L’Umbria venne costruita ad
Amburgo, venne varata nel 1911 con il nome di Bahia Blanca e destinata ad
operare in Argentina. Lunga 155 metri, larga 18, aveva posto per 2400 persone.
Nel 1935 venne acquistata dal governo italiano, trasformata in nave da carico e
ribattezzata Umbria e destinata al trasporto di truppe.
Nel 1940 l’Umbria, diretta a
Massaua col suo carico, venne fermata dagli Inglesi ed ancorò nella Win Gate
area a 3 miglia di fronte al porto di porto Sudan. Il 10 giugno il comandante
italiano venne a conoscenza via radio, della entrata in guerra dell’Italia e
quindi decise per l’autoaffondamento piuttosto che lasciare la nave in mano
“nemica” con tutto il suo prezioso carico. Venne simulata una manovra di
esercitazione, mentre in realtà vennero aperte le prese a mare, la nave imbarcò
acqua velocemente e affondò.
Il fondale era a 36 metri circa, l’Umbria si
appoggiò reclinandosi sulla murata di
sinistra.
Il suo carico, destinato a Massaua, comprendeva bombe, detonatori,
esplosivi, cemento, 3 belle automobili Fiat.
Il primo subacqueo che ha fatto immersione sull'Umbria, è stato Hans Hass nel 1949, durante la sua prima spedizione solitaria. Uscì
in mare con una feluca e due pescatori e vi si immerse con l’autorespiratore, di
nascosto, prima ancora di ricevere dalle autorità il permesso di farlo. Possiamo
immaginare quale emozione deve essere stata per lui quella prima volta, da solo
e per primo in assoluto.
Leggiamo alcuni passi del suo
libro “Manta” pubblicato pochi anni dopo.
“Mi sembrava d’essere un
cavaliere del buon tempo antico che, giunto alla soglia di un castello
incantato, si dispone, insieme affascinato e titubante, a forzarne l’entrata……..
era la prima immersione con
autorespiratore che compissi da sette anni e, a Vienna, non avevo certo sognato
che potesse svolgersi a picco su una nave sommersa.
Il piacere di galleggiare nuovamente sott’acqua e, nello stesso tempo di respirare a mio agio, era immenso. Con questi apparecchi non si cala come goffi palombari; ci si trasforma di colpo in un pesce che scivola senza peso in un mondo tridimensionale.”
Hans perlustra la coperta, le fiancate e si addentra, attratto dall’ignoto, a tratti spaventato e consapevole
del pericolo dell’essere completamente solo.
Il fascino è più forte del timore, il silenzio è totale: gli spazi, i giochi di luce delle aperture e degli oblò, gli intrecci delle sovrastrutture , tubi, le parti metalliche aggrovigliate, hanno qualcosa di spettrale, ma allo stesso tempo festoni, fiorami, coralli, avvolti in nuvole di pesciolini trasformano il relitto in barriera vivente.
Un intreccio di morte e vita, fine e principio, buio e colore, attrazione e timore, pura emozione.
Il fascino è più forte del timore, il silenzio è totale: gli spazi, i giochi di luce delle aperture e degli oblò, gli intrecci delle sovrastrutture , tubi, le parti metalliche aggrovigliate, hanno qualcosa di spettrale, ma allo stesso tempo festoni, fiorami, coralli, avvolti in nuvole di pesciolini trasformano il relitto in barriera vivente.
Un intreccio di morte e vita, fine e principio, buio e colore, attrazione e timore, pura emozione.
“A venti metri di profondità, mi adagiai senza
peso su una delle “sirene” e vi rimasi, gustando in pieno quello spettacolo
impressionante. Era davvero enorme la nave che riposava laggiù in grembo al
mare….Era facile immaginare come sarebbe apparsa fra cinquanta o cent’anni. I coralli
avrebbero fasciato come rampicanti tutta la struttura metallica e chiuso quasi
tutte le porte e gli oblò. Fra due secoli, la nave non sarebbe stata che un
banco di corallo di forma bizzarra, il cui grembo avrebbe tuttavia ospitata
abbastanza dinamite per far saltare un’intera città, e abbastanza argento per
ricostruirne una parte”.
L’Umbria resta posizionata a
ridosso di una barriera corallina, quindi è possibile immergersi con qualsiasi
tempo, non è troppo profonda e per questa ragione non è una immersione eccessivamente
impegnativa, nonostante le migliaia di visitatori in questi ultimi vent'anni è rimasta preservata.
Tutti questi motivi concorrono a
farne tutt’oggi una splendida meta, uno dei più bei relitti degli itinerari
subacquei, fruibile senza difficoltà. E’ bella da visitare esternamente per
coloro i quali non fossero proprio appassionati di relitti ed avessero timore
di perlustrare l’interno. E' affascinante, misteriosa, ricca di infiniti spunti fotografici per una notturna. E’ spettacolare per chi invece ama veramente i relitti. La condizione per la penetrazione è un buon breefing da parte delle
guide e una brava guida, la suddivisione in piccoli gruppi e un buon assetto, con particolare
attenzione alle pinne: è molto importante non sollevare fango e sospensione per
mantenere al meglio la visibilità.
E’ possibile vedere parte del carico, le
bombe, le cucine, attrezzi, vari ambienti, le famose Fiat . Per gli appassionati di fotografia, è un'occasione di
scatti di grande soddisfazione e suggestione.
Hans Hass ci racconta alla fine della sua prima immersione: “era un piacere squisito poter
scegliere e sfruttare ogni motivo fotografico……scivolavo in giù come un
uccello. Mai ho avuto il senso della vita nella terza dimensione come
in questo relitto, dove ogni scala ed ogni porta suggeriva il confronto con una
nave ancora “Viva””.
Emozioni di ieri, di un grande
pioniere della subacquea, ma emozioni, meraviglie e spazio per la fantasia possibili anche oggi anche per noi, oltre 60 anni dopo.....
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