Partiamo per la “One way” del
17 marzo all’alba del martedì e ci fermiamo subito all’Umbria:
siamo solo noi. La previsione meteo ha dato vento per la settimana e tutte le barche si sono dirette immediatamente più a nord.
siamo solo noi. La previsione meteo ha dato vento per la settimana e tutte le barche si sono dirette immediatamente più a nord.
Facciamo le due immersioni, la check dive e la
penetrazione all’interno del relitto , con calma e grande soddisfazione, specie la
seconda , con acqua ferma e limpida, senza sospensione, come capita quando si è
in tanti con gli ospiti dalle varie
barche, tanti da doverci immergere a turno.
Quindi siamo partiti alla
volta di Sanganeb.
Anche qui soli. Buona
l’immersione al pianoro di sud ovest, con barracuda, carangidi,
qualche squalo grigio, pinna bianca, mentre, come previsto, il vento sale e il mare ingrossa impedendoci di fare l’immersione a punta Nord. Siamo partiti alla volta di Rumi dove abbiamo sostato per due giorni perché la “One Way” ci concede più tempo per soffermarci dove vale la pena.
A Rumi la
situazione è completamente cambiata dalla settimana precedente, è cambiata la corrente,
da leggera da nord è divenuta leggera da sud e tutto il pesce che aveva reso
eccezionale l’immersione a nord ovest, è migrato in massa , verso sud, ed è
tornato a popolare, come da tradizione, il pianoro di sud est.
qualche squalo grigio, pinna bianca, mentre, come previsto, il vento sale e il mare ingrossa impedendoci di fare l’immersione a punta Nord. Siamo partiti alla volta di Rumi dove abbiamo sostato per due giorni perché la “One Way” ci concede più tempo per soffermarci dove vale la pena.
Carangidi, grigi, tonni,
martelli, il bel branco di pappagalli bisonte,
più tutti i pesci di barriera. Il corallo è bellissimo in generale e gode di ottima salute.
La temperatura è ancora sui 25-26
gradi, ed è più fresco, se così si può dire , degli anni precedenti. Quindi
proseguiamo diretti a Qita el banna, Merlo, Angarosh ed Abinton e Shambaia.
Durante questa settimana abbiamo visto squali grigi, pinna bianca e martello
durante tutte le immersioni, barracuda a nuvole o avvitati in spirale. L’unico
a non essere stato generoso è Qita el Banna. E’ questione anche di un po’ di
fortuna, perché sappiamo che questa settimana è stato visto lo squalo tigre,
assieme a due pinna bianca che stazionano li abitualmente, lungo la parete di
nord est. Siamo contenti, noi lo abbiamo avvistato per diverse settimane l’anno
scorso! E’ bello sapere che sia rimasto.
Questa settimana sono stati
visti da Jerome, il comandante della barca vela NoStress, due tigre anche ad
Abington. Ci ha confermato con una certa sorpresa anche di aver visto, meraviglia,
due squali volpe ad Angarosh.
A Merlo abitudinario, tra i
venti e i 30 metri, di profondità , abbiamo ritrovato il martello piuttosto
grosso, solitario, tranquillo della passata settimana, nello stesso punto, e
ancora con la stessa tranquillità è passato e ripassato vicino, senza
allontanarsi, con grande soddisfazione dei fotografi.
Siamo a marzo, tempo di
migrazione e il regalo di questa settimana ci giunge dal cielo: una quindicina
di miglia a nord di Sha’ab Rumi, mentre navigavamo diretti a Qita el Banna,
abbiamo avvistato uno stormo di gru così grande da sembrare infinito. Sono le damigelle
di Numidia. La loro migrazione è un appuntamento fisso e preciso: inizia il 15
di marzo ed il passaggio dura un paio di settimane.
Le damigelle risalgono la
costa del Sudan e attraversano il Mar Rosso a diverse latitudini a seconda di
dove si sono fermate per la notte. Evitano i centri abitati e riposano lungo la
spiaggia o in pianori deserti dove è
facile scorgere qualsiasi pericolo in avvicinamento: in passato le abbiamo
viste sorvolare Sanganeb, Rumi, Shambaia, capo AbuShagara o a sud verso marsa
Ata. Dopo la traversata risalgono
l’Arabia Saudita, attraversano la Turchia dirigendosi in Asia.
Le rivedremo quando
torneranno a settembre.
C’era molta foschia, ma lo
spettacolo è stato grandioso ugualmente, quasi solenne, volavano in formazione abbastanza
basse sulla superficie del mare e ne siamo rimasti circondati, quasi “immersi” mentre
l’aria risuonava del loro caratteristico richiamo.
Ancora gran finale dal cielo
a Mesharifa, dove ci siamo fermati il tardo pomeriggio della domenica prima di
entrare nella marsa di Mohamed Qol alla fine della crociera. Ci siamo ormeggiati
e siamo scesi a terra verso le quattro e mezza del pomeriggio con luce praticamente
perfetta, luce ideale per i fotografi. Abbiamo trovato diversi nidi di falchi
pescatori con i piccoli, di taglia adulta ma non ancora in grado di volare,
vari tipi di sterne e la sterna maggiore anch’essa con i piccoli. Un inno di
colori splendidi, con tutte le gradazioni del mare: verde, turchese e blu, il verde brillante dei cespugli e il dorato
delle montagne all’orizzonte.
Incapace a rinunciare a
questa meraviglia, sono tornata il giorno successivo, lunedì, con Jonatan. Abbiamo raggiunto Mesharifa con il gommone nel pomeriggio, intanto che
aspettavamo gli ospiti in arrivo con il pulmino, per la settimana successiva
del 24.
L’isola, famosa per le mante
durante i mesi autunnali, dista solo poche miglia dalla baia di Mohamed Qol e
con il gommone ci si arriva in una decina di minuti.
Ancora un paio d’ore di luce
spettacolare per qualche altro scatto ai
falchi, alle sterne, all’acqua e al mare e alla spiaggia candida. Di nuovo un
secondo colpo di fortuna. Un nuovo passaggio di uno stormo di damigelle che
probabilmente avevano deciso di fermarsi la notte nell’isola. Sono arrivate
volando basse sul mare, ma scorgendo gli intrusi (Jonatan, me e Ahmed) si sono
alzate optando probabilmente per il capo Abushagara o per una delle isole
deserte della grande baia di Dungonab. Abbiamo assistito nuovamente ad un
imprevisto indimenticabile spettacolo.
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