Più o meno nell’ordine: si risciacqua l’attrezzatura, si fa una foto di gruppo con l’equipaggio, ci si ringrazia a vicenda nella speranza che tutti siano stati bene ed abbiano trovato durante la settimana ciò che cercavano, quindi qualche rilassata chiacchiera a poppa con una birra fresca e la cena. Da qualche anno lungo la banchina di P.Sudan sono state fatte delle migliorie, sistemati i marciapiedi, messe delle panchine. C’è qualche piccolo locale, e le venditrici di the. Il negozio è presto fatto. Una caraffa sopra la brace per scaldare l’acqua, un catino per lavare, una fila di bicchieri, un barattolo di the e uno di menta secca, la nanaà profumata e digestiva, tutto dietro un minuscolo banco-tavolino smontabile in un minuto alla chiusura prima di mezzanotte. Le fanciulle sono graziose ed un po’ più familiarizzanti e sorridenti del solito, questo perchè normalmente sono di origine etiope, mentre il costume delle fanciulle sudanesi è più severo. C’è un biliardo, gente a filo delle murette seduta sulle stuoie a chiacchierare, angoli dove si può chiedere di fumare una ashisa al sapore di frutta con il nargilè tradizionale. Una bella atmosfera, soprattutto pensando al coprifuoco di non tanti anni fa. Gli abitanti di P.Sudan si riversano lungo il porto in cerca del fresco, della brezza marina serale, di incontrare gli amici. Sul pontile i marinai delle barche si raccontano la settimana e si pettegola di tutto un po’. E’ un’occasione anche per noi di fare due passi, per mescolarci alla gente nel colore, spiare sui visi bruni l’indole del paese che ci ospita, dopo 6 giorni di mare, fa parte un po’ della vacanza e la completa.
Poco più avanti una gelateria, dove il gelato non è poi male, sapendo soprattutto che non c’è altro che questo e nella serata accaldata è comunque piacevole. Alle volte c’è qualche spettacolo musicale, un palco con file di sedie ordinate, musica sudanese, e spesso danzatori in galabia bianca che non resistono al ritmo e si lasciano andare a salti e accenni di ballo tradizionale.
Lunedì mattina, se non fa troppo caldo, vale la pena fare una bella passeggiata in giro per la città prima del pranzo. La partenza per l'aereoporto è di solito verso le 14.
I luoghi più interessanti
sono i sottoportici dei sarti, i piccoli negozi, i mercati, il suk. Scorci sui vecchi palazzi inglesi dei primi del 900, cesti di spezie e carcadè agli angoli delle strade, rivenditori di tutto e di niente, galabie in moto, in bicicletta e a dorso d'asino, dove si mescola vecchio e nuovo, fondendosi moderno e primitivo in un caledoscopio variopinto, l'originale di questi paesi. Chi ha la passione per la fotografia con un po’ di gentilezza e un pizzico di discrezione può portarsi via delle belle immagini, ancora volti e colori e profumi e spezie, ciò che a casa ci parlerà d’ Africa. Per spostarsi si possono usare gli apini, come si chiamano qui i tuc tuc, a due posti aperti, ventilati, economici e divertenti, adeguandosi alla maniera locale, così da poter rubare qualche scatto in velocità. E' sempre molto difficile fotografare le donne se non senza farsi notare ed è bene chiedere prima di scattare, mentre uomini e bambini sono vanitosi e disponibili per qualche bel ritratto.
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