Una barca nasce
come un guscio di noce, uno scrigno di sogni, una via di fuga, un lavoro,
una ricerca, una risposta alle proprie inquietudini, un buco nel mare dove
riporre denaro, un buisness, un progetto per il futuro, il tentativo prosaico di un affare.
A tutto questo si
sommano il duro lavoro di menti e manodopera, carpentieri, meccanici,
saldatori, tappezzieri ed equipaggi e la partecipazione di ospiti: una fucina
di lavori e intenzioni: migliaia di persone alimentano e caratterizzano la sua
anima, il suo “centro”.
Tra intrecci, amori, separazioni, ricordi e nostalgie tutti navigano per mare con lei, tutti alla ricerca di risposte o di felicità.
Tra intrecci, amori, separazioni, ricordi e nostalgie tutti navigano per mare con lei, tutti alla ricerca di risposte o di felicità.
Col suo nome si ritaglia un carattere e la
sua personalità nei pregi e nei difetti, assomma in se il destino di
molte persone oppure interferisce in esso in qualche modo. Essa tesse e trasforma una trama complessa fino a farla diventare
una storia o mille storie. Vive e fa vivere. Te ne accorgi guardando una barca abbandonata, in disuso, triste, assomiglia ad un sogno infranto, da pena e dispiacere quasi un elefante boccheggiante e ferito a morte, come l' affievolirsi e lo spegnersi di una speranza.
Sherazade nasce a
P.Said, l’acqua salata per la prima volta lambisce il suo scafo in un
canale di P.Said l’11 Novembre del 2005 alle 14.30 del pomeriggio.
Seguono navigazioni, cantieri, crociere tra l’Egitto e il Sudan, con prevalenza
e passione in modo particolare per il Sudan. A tutti ha dato qualcosa, per se
ha chiesto cura e attenzione. In Sudan non si trovano materiali, pezzi di ricambio per le manutenzioni, manodopera specializzata, in Egitto invece ormai si trova tutto, ecco che in Sudan si naviga, in Egitto si possono fare i lavori necessari.
L' Egitto rappresenta sempre per lei una pausa un po’
sofferta e limitativa, il Sudan rimane “il suo mare” dove chi le è fedele
accresce il suo fascino e le sue caratteristiche.
Sherazade naviga ed è dove deve essere in
Sudan, fra amici, con un team professionale e appassionato, per continuare
a contare le stelle e a vivere il mare: per casa l’orizzonte, per scenografia le meraviglie
delle barriere e degli atolli del Mar Rosso.
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