L’imbarco avviene a Mohamed Qol il tardo pomeriggio del lunedì, come da programma, dopo un trasferimento in pulmino di due ore e mezza dall’aeroporto di Porto Sudan. Sherazade ci aspetta ormeggiata, tutta illuminata, nella piccola marsa.
Aperitivo, introduzione delle guide, le prime
informazioni generali e siamo subito a cena. La sensazione della vacanza si fa
strada ed inizia decisamente nell’istante in cui si è preso possesso della
cabina, orientandosi negli spazi, familiarizzando con l’equipaggio, mentre
l’attrezzatura è già nella cassetta e il jacket sulla bombola. Il
comandante salpa e si mette in navigazione, prima dell’alba, il martedì. C’è un
po’ di vento da Nord Ovest, navighiamo ridossati nella laguna di Mesharifa per
giungere in tre ore circa a Merlo. Iniziamo con il check dive lungo la parete a
Sud Ovest, quindi una immersione a Nord Est e notturna a Shambaia. Il secondo
giorno, mercoledì, una immersione ad Abington e due ad Angarosh. Cominciamo in
bellezza, tra reef più famosi e ambiti
del Mar Rosso Sudanese. Avvistiamo i martello
in piccoli gruppi o esemplari solitari. L’Albimarginatus ad Angarosh ci
gratifica abbondantemente: ci concede maestoso il suo passare e ripassare così vicino, lento e
possente, da soddisfare tutti. E’ uno splendido esemplare di 3 metri circa,
passa molto vicino a Gioia che usiamo come unità di misura…e la proporzione è facile.
Sherazade naviga tutta la notte e ci svegliamo al mattino presto ormeggiati a
Pfaiffer, il reef più a nord della nostro itinerario: solo 25 miglia ci
separano dall’Elba e quindi dal confine con L’Egitto. Qui dedichiamo 2 immersioni per trasferirci poi a
Gota Abubish Bish per la terza. Abbiamo dunque cominciato al top, con i più
noti e sognati reef del famoso Nord di Shambaia e non è assolutamente facile tenersi
all’altezza. Ma le aspettative non vengono deluse. Pfaiffer è una esplosione di
vita, di coralli, alcionari e pesce, somma il meglio del Sudan alle bellezze
fra le più affascinanti dell’Egitto tra cui, si sa, sono i giardini di coralli.
Dista 10 miglia dalla costa, sale da fondali oltre i 200 m in mare aperto. Il
pelagico vi accosta, le correnti e l’acqua pulita alimentano una vita a dir
poco rigogliosa e spettacolare. Non abbiamo trovato, in verità, molta corrente, avvistiamo un bel branco di martello,
una decina di esemplari, salgono dal profondo e
si avvicinano, passano e tornano
e sono tutti esemplari considerevoli per dimensioni, soprattutto i
solitari, che incontriamo successivamente, forse, chissà, “ sentinelle”. Chi ha la macchina
fotografica, chi fa riprese e chi guarda soltanto, sono tutti ugualmente molto
contenti.
Gota Abu Bish Bish |
Al mattino di venerdì ripetiamo l’immersione e quindi ci
immergiamo a Gota Ilaria e facciamo la terza a Gota Lali. Sono due reef piccoli
e appena segnati con una crocetta sulla carta, ci possiamo permettere di
battezzarli con nomi che ci piacciono. La notte la passiamo a Qumeira,
nell’immensa laguna dove facciamo una bella notturna.
La seconda perla
di questa crociera si rivela Gota Lali, forse la luce perfetta e limpida di metà pomeriggio, l’acqua pulita e
il martello così vicino quasi da esserne sfiorati, rendono l’immersione speciale.
Sandro pregusta già il fatto che, in fase di montaggio, avrà delle immagini di primo piano di grande impatto. Sono affascinanti le spaccature della barriera che troviamo sul lato meridionale, alcune profonde, altre minori, illuminate dai raggi del sole come lame di luce e brulicanti di pesce di ogni varietà, fra nuvole di glass fish giovanili, tanto minuti da sembrare polvere lucente.
“ Mi sembrava di essere sospesa in un acquario”, commenta la nostra Gioia.
Sandro pregusta già il fatto che, in fase di montaggio, avrà delle immagini di primo piano di grande impatto. Sono affascinanti le spaccature della barriera che troviamo sul lato meridionale, alcune profonde, altre minori, illuminate dai raggi del sole come lame di luce e brulicanti di pesce di ogni varietà, fra nuvole di glass fish giovanili, tanto minuti da sembrare polvere lucente.
“ Mi sembrava di essere sospesa in un acquario”, commenta la nostra Gioia.
In superficie
invece, durante la navigazione, questo tratto di mare aperto, ci ha riservato
un incontro prolungato con degli splendidi
Grampi. Di solito sono timidi, nuotano avanti alla prua per pochi
istanti, inabissandosi e sparendo all’improvviso con una capovolta e discesa
rapidissima in verticale nelle profondità. Questa volta invece sono rimasti a
lungo intrecciandosi e saltando a lato della barca come è abitudine giocosa dei
tursiopi. Sono decisamente belli, forti ed eleganti allo stesso tempo, grigi e
bianchi, ricoperti come è loro caratteristica, da numerosi graffi, chissà…
segno di battaglie o di amori. Il muso stondato, la grande bocca labbrata, il
nuoto rapido e così potente da sembrare quasi immobili mentre filano nell’ombra
di Sherazade. Sembrano eleganti e possenti cavalieri, misteriosi, rari e preziosi.
Un rapido volo di una decina di rondini ci sfiora e
annuncia qui, in Sudan, la primavera: è cominciata la risalita di uccelli che
tornano verso il Nord, sinceramente ci sembra solo ieri che scendevano…. La
stagione è trascorsa veloce ed è
tempo di migrare nuovamente.
Un’altra caratteristica di questa crociera è la
solitudine, non abbiamo incontrato nessuno.
A parte una piccola barca di pescatori da cui abbiamo comprato del pesce fresco per il sushi a Shambaia, non abbiamo incrociato nessuno, siamo sovrani di questo mare, di questa parte di Mar Rosso così poco frequentata. Chissà per quanto resterà così…. Le crociere normalmente non arrivano fin quassù, occorrono almeno 2 settimane se si parte da P.Sudan, oppure è necessario imbarcarsi a Mohamed Qol, come abbiamo fatto noi. Siamo in un mare di “mezzo”, tra P.Sudan e l’affollato Egitto. La costa, abbagliata dal sole, pare sfumata di giorno, mentre si esalta durante i tramonti, quando il cielo si tinge scarlatto e arancio e viola ed il sole, come una rossa mongolfiera, scivola sui profili delle montagne, brevemente risplende e in un lampo sparisce.
A parte una piccola barca di pescatori da cui abbiamo comprato del pesce fresco per il sushi a Shambaia, non abbiamo incrociato nessuno, siamo sovrani di questo mare, di questa parte di Mar Rosso così poco frequentata. Chissà per quanto resterà così…. Le crociere normalmente non arrivano fin quassù, occorrono almeno 2 settimane se si parte da P.Sudan, oppure è necessario imbarcarsi a Mohamed Qol, come abbiamo fatto noi. Siamo in un mare di “mezzo”, tra P.Sudan e l’affollato Egitto. La costa, abbagliata dal sole, pare sfumata di giorno, mentre si esalta durante i tramonti, quando il cielo si tinge scarlatto e arancio e viola ed il sole, come una rossa mongolfiera, scivola sui profili delle montagne, brevemente risplende e in un lampo sparisce.
E’ sabato e desideriamo ripetere l’immersione a Gota
Lali, tanto ci è piaciuta, quindi risaliamo di nuovo verso Nord prima di
scendere definitivamente verso capo AbuShagara.
La immersione del mattino resta intitolata come
“l’immersione dei tonni esagerati “ oppure dei “tonni come squali”.….
E’ entrato il Nord ovest,
era annunciato dalla bonaccia e l’umidità della notte, così ci spostiamo
velocemente e speriamo non monti il mare perché le secche o i “gota”
di Abushagara non offrono alcun ridosso ed arrivano a tre metri circa al
di sotto della superficie del mare. Giungiamo perfetti in tempo, prima che il
mare, crescendo, renda impegnativa la sosta per la barca e il recupero per i
sub. Immersione e partenza perfettamente coordinati. Le secche hanno regalato,
oltre a tutto il resto, “ mille e più di mille” barracuda in vortice che ci
hanno tenuto a lungo avvolti nell’occhio
blu. “ Come il muro di Sipadan” è il commento di Sandro e Gioia. Un’originalità
è la moltitudine di pesci scoiattolo, che nuotano insieme, quando di solito sono
solitari. Non mancano spettacolari cernie rosse, nuvole di
pesci farfalla e diversi pesci imperatore e angelo, anche
loro tutti insieme. Le secche sono dei
torrioni, 3 principalmente, che si elevano su un fondale di una trentina di
metri, con attorno alcuni pinnacoli minori, proprio in mezzo al mare fuori il
capo di Abushagara, di quelle macchie verdi e insidiose che non si individuano facilmente
se non con il punto GPS. Ovviamente per questa caratteristica una moltitudine
incredibile di pesce accosta o vive stanziale.
Il vento aumenta, monta il mare, e scortati nuovamente da grampi e delfini, arriviamo ad Angarosh. Uno spettacolo entusiasmante. I tursiopi ci precedono fino al momento che il comandante diminuisce i giri del motore per la shamandura, mancava solo ci portassero le cime sulla barriera! Non li avevamo mai visti nuotare e giocare e saltare sulle onde insieme e soprattutto così a lungo, in gara filanti alla ricerca dell’onda frangente, a chi si eleva di più in altezza a prua di Sherazade.
Il vento aumenta, monta il mare, e scortati nuovamente da grampi e delfini, arriviamo ad Angarosh. Uno spettacolo entusiasmante. I tursiopi ci precedono fino al momento che il comandante diminuisce i giri del motore per la shamandura, mancava solo ci portassero le cime sulla barriera! Non li avevamo mai visti nuotare e giocare e saltare sulle onde insieme e soprattutto così a lungo, in gara filanti alla ricerca dell’onda frangente, a chi si eleva di più in altezza a prua di Sherazade.
Ad Angarosh ci aspettava l’Albi e un bel branco di
martello, barracuda “ed il resto del mondo”. Una parte del gruppo sostiene che
questa è l’immersione più bella della settimana. Questa volta non sappiamo più
a chi darlo lo scettro della più bella immersione in assoluto, lo dividiamo
equamente, per mettere tutti d’accordo, tra:
Pfaiffer, Gota Lali, le secche di Abushagara ed Angarosh!..........
Siamo soddisfatti, ospiti e crew, crociera perfettamente
riuscita e siamo contenti perché torneremo: abbiamo appuntamento con un
itinerario”Deep North” per la settimana del 20 Maggio!
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