Check dive all’Umbria e prima immersione a Jumna, sono
l’esordio della nostra crociera. Jumna ci regala subito il suo branco di martello
come una promessa propiziatoria, aprendo immediatamente grandi aspettative per
il futuro.
I nostri ospiti
sono di nazionalità europea, svizzeri,
tedeschi, francesi, italiani, inglesi e una fanciulla filippina…un gruppo eterogeneo per culture
diverse, educazione e lavori differenti, ma ci lega un obbiettivo comune: la destinazione, Daharat Abid, e il desiderio di immersioni esclusive...
Daharat Abid si trova all’estremo sud dell’arcipelago di Suakin, è proprio l'ultima, ultima isola dell'arcipelago di Suakin. Sulla carta nautica è un piccolo cerchio con stilizzata la sagoma di un relitto a 40 miglia dal confine con l'Eritrea.
Il legante del gruppo, oltre l'itinerario originale, è un feeling condiviso: esplorazione, avventura, scoperta e passione, desiderio di essere soli in un mare incontaminato tutto da scoprire.
Daharat Abid si trova all’estremo sud dell’arcipelago di Suakin, è proprio l'ultima, ultima isola dell'arcipelago di Suakin. Sulla carta nautica è un piccolo cerchio con stilizzata la sagoma di un relitto a 40 miglia dal confine con l'Eritrea.
Il legante del gruppo, oltre l'itinerario originale, è un feeling condiviso: esplorazione, avventura, scoperta e passione, desiderio di essere soli in un mare incontaminato tutto da scoprire.
L’estremo sud dell’arcipelago è diverso dal nord classico sudanese e
dall’Egitto per come noi siamo abituati. E’ formato da una manciata di isole, per
la maggioranza ricoperte di bassi cespugli, contornate da sabbia o rocce, habitat ideale di uccelli, in modo
particolare sule. Ognuna delle isole ha omonimo uno o più “habili”, vale a dire
torrioni di corallo che non affiorano e restano almeno 3-5 metri sotto la
superficie del mare. Mancano i classici reefs, le barriere dove normalmente ci immergiamo e dietro le quali ci
proteggiamo dai venti e ancoriamo. Ogni isola ha il suo punto di immersione con
un pianoro, tra i venti e i trenta metri,
diversamente ubicato a Nord, Nord-Est o Sud. Ogni “habili” ha il suo terrazzo,
più o meno esteso, da dove sporgersi nel blu per avvistare i branchi di martello.
E gli squali ci sono davvero, e tanti, li incontriamo in
tutte le immersioni: martello, grigi e
pinna bianca. I silky, o carcharhinus falciformis, così rari nel Nord, qui sono
veramente numerosi e frequenti: ad Abili
Abida 8 silky seguono in risalita, alla fine dell’immersione, i nostri
subacquei e rimangono per ore a nuotare a poppa della barca, strusciando il
dorso sulla cima del gommone. Avvistiamo anche uno squalo tigre femmina di notevoli
dimensioni. Incontriamo spesso mante solitarie,
ci è accaduto ripetutamente ad Abida lungo la parete, magnifiche,
grandi e
regali. Non manca naturalmente il pelagico, specialmente tonni di considerevoletaglia, tartarughe più tutto il resto del mondo. Caratteristica speciale di queste pareti e pianori è l’abbondanza e la perfetta integrità e salute di corallo e alcionari, di tutti i tipi e colori, tanto da poterlo definire ovunque spettacolare e rigoglioso. E quel che più conta è che è INTATTO.
L’orizzonte costellato di isole, di pennellate dorate sospese
nel turchese di fondali degradanti, di
lingue di sabbia candida immerse nella varietà di tonalità azzurre, è
incantevole e lascia una piacevole sensazione di varietà, di non solo mare. Paesaggio
e avvistamenti sono stati così gratificanti, da consolarci
del fatto che
l’insistente vento e corrente da Sud Est, abbiano reso l’acqua torbida e
provvisori e disagevoli gli ormeggi notturni. Effettivamente non ci sono lagune
e ridossi protetti per come siamo abituati a Nord.
E’ molto piacevole poter fare due passi a sera e godersi
il tramonto tra i richiami degli uccelli, affascinante godere delle prime luci
all’alba quando il sole imbianca a poco a poco le spiagge fino a renderle
abbaglianti.
Abbiamo navigato complessivamente per duecentosettanta miglia, tra andata e ritorno e spostamenti sui luoghi d’immersione: dopo Jumna ed un primo passaggio a Sha’ab Ambar, sono seguiti Protector,Tamarshira, Loka, Daharat Qab, Qab Myum, Darraka,fino a giungere al mitico Daharat’Abid dove effettivamente siamo rimasti due giorni poichè è stato inevitabile fare numerose immersioni ripetitive: se a Rumi c’è il mondo, ad Abida è di più e più grande, e la sensazione che colpisce è quella di trovarsi in un mare vergine ed integro !
Quindi abbiamo fatto immersione nei rispettivi Habili, a Dibsel e a Barra Musa Saghir. Verso il ritorno Preserver, Pinnacolo, Seilada, Kyri , Sha’ab Ambar Sud , poi di nuovo immersione a Jumna per ritrovare i suoi martello e gran finale a Sanganeb Nord e Sha'ab Rumi, quasi un omaggio al mitico nord. Ed ancora una volta Sha’ab Rumi non ci ha tradito con il suo spettacolo di martello squali grigi e delfini tursiopi
Una crociera decisamente, completa, esclusiva è dire
poco, senz’altro ad alto livello d’interesse e soddisfazione.
Sorge inevitabile un desiderio ed una speranza: che si possa fare anche di
questa parte di mare un parco marino protetto, che dovrebbe essere annoverato tra i tesori patrimonio della umanità. Un gioiello di natura solitaria, perfetta, selvaggia e incontaminata. La difficoltà di raggiungere questa parte dell’arcipelago, la mancanza di ormeggi e protezioni sicure e il periodo limitato della stagione in cui si può frequentare, creano sufficienti difficoltà da sperare, fintanto che non verrà in mente a qualcuno di organizzare una pesca intensiva o qualche pirata non scateni una pesca inconsiderata per le pinne di squalo, che si preservi così com’è.
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