Oggi immersione a Sha’ab Suedi al relitto delle Toyota, la nostra terza tappa, dopo Sha’ab Rumi, nell’itinerario che ci porta a Shambaia nel mitico Nord .
Quest’anno, bisogna dirlo: la stagione non è stata generosa per arrivi e presenze di subacquei, ma è stata invece oltremodo generosa e consolante per noi e per chi è venuto in crociera, per l’abbondanza di squali : gli avvistamenti sono stati costanti, in modo particolare di squali grigi e martello. Sha’ab Rumi è tornata come ai tempi d’oro. C’è veramente…il mondo….
Oggi a Suedi ci è dato un regalo speciale e soprattutto inaspettato: un bell’esemplare di Carcharhinus Longimanus, proprio alla fine dell’immersione, nel canale appena a Nord del relitto. Un piacere condiviso con gli amici del M/Y Felicidad.
Prima di salire in gommone per rientrare in barca, c’è stata l’occasione di una nuotata fuori programma per qualche scatto ravvicinato di grande soddisfazione. Con movimenti eleganti e lenti il giovane Longimanus ha puntato deciso verso ciascuno, con fare un pò aggressivo, irritato o reso inquieto dalle presenze dei numerosi subacquei, decisamente al di fuori del suo ordinario. Quindi, sempre regalmente, lentamente ha continuato il suo ingresso percorrendo la lunghezza della Sherazade alla fonda, proseguendo indisturbato per la laguna. Sempre accompagnato dal suo corteo di pesci pilota, sembrava un maestoso sovrano con i suoi vassalli..
E' anche chiamato Squalo Oceanico a punte bianche, proprio per le caratteristiche pinne dorsali e pettorali grandi, arrotondate e bianche. Il Carcharhinus, dal greco kárcharos= acuto+rhís rhinós= naso, longimanus: lunghemani, può raggiungere mediamente i tre metri e mezzo, più raramente anche quattro. Interessante è sapere che questo squalo è viviparo: le uova si schiudono all'interno della madre, gli embrioni si nutrono da una placenta attaccata alla parete uterina, mediante cordoni ombelicali. La gestazione dura un anno e la cucciolata può variare da 1 a 15 piccoli. Alla nascita, a seconda della taglia della madre, sono lunghi circa 60-65 cm .
Il nostro esemplare invece era lungo solo due metri, un giovanotto. L'incontro si può definire abbastanza straordinario poichè è' oceanico, ama le acque libere e temperate di tutto il mondo, tropicali e subtropicali tra 20 ° Nord e 20 ° di latitudine Sud: per questa ragione non è così frequente avvistarlo vicino alla barriera, specie in Sudan. In questi ultimi anni è stato visto più spesso in Egitto, nelle barriere più lontane in mare aperto come le Brothers Islands . Si scrive di lui e della sua aggressività, che domina le situazioni di sciacallaggio in mare e rappresenta uno dei maggiori pericoli per i sopravvissuti ai disastri aerei o navali. Si nutre di pesci e non disdegna tartarughe o uccelli o addirittura rifiuti nella scia delle navi. I Longimanus sono anch'essi specie a rischio: le pinne sono ricercate per la zuppa, la sua pelle usata come cuoio, ricercata la carne che vien anche essiccata o da cui si ricava un olio ricco di vitamine. Statistiche di qualche anno fa, parlano di una riduzione di questa specie del 70% . La World Conservation Union (IUCN), un'unione mondiale di stati, agenzie governative e organizzazioni non governative, riunite in una partnership, valuta lo stato di conservazione della specie come "vulnerabile".
Seguendo il nostro "giovanotto" l'ammirazione e il rispetto, la gioia e soddisfazione di poter esser quasi a contatto, l'illusione che qualche angolo di questo mondo possa essere ancora risparmiato e goduto incontaminato, è stata assolutamente superiore all'inquietudine per la sua decantata aggressività. Ed è inevitabile commentare su quanto la specie umana sia di gran lunga più letale....
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